DESCRIZIONE BLOG

Nei tempi in cui si adoravano gli Spiriti di cui si credeva fossero animati gli elementi della Natura si divinizzò il fulmine che atterra, la fiamma che divora, il vento che scuote, terrificanti fenomeni che contribuirono alla costruzione delle fondamenta del mito greco. Più tardi l’uomo riuscì a non farsi più solo atterrire dalla potenza del Creato ma anche ispirare: emozione, stupore, poesia e i Poeti crearono I MITI, favole che cantavano la sua bellezza, pericolosità e generosità.

Post in evidenza

ANTICA GRECIA - Penelope fu davvero così casta?

La figura di Penelope, casta e fedele, che aspetta trepidante il ritorno dello sposo vagabondo per il mondo con la scusa della guerra,...

martedì 12 marzo 2013

CREATURE FANTASTICHE E MITOLOGICHE (3° parte)


ME’VE: la Fata dell’Amore


Il principe Condlé è un giovane bello e prestante e tutte le ragazze del regno sono innamorate di lui. Perfino Mève, la più bella fra tutte le fate celtiche, arde d’amore per lui.

Un giorno, mentre il principe è a caccia con il Re, suo padre, ed alcuni amici, la Fata decide di comparirgli davanti.

Appare a lui soltanto.

Il gruppo di cacciatori sta riposando all’ombra di una grossa quercia, impegnato in piacevole conversazione, e non si accorge di nulla.

Anche il bel Condlé sta discutendo di cervi e caprioli, ma, d’un tratto, ecco comparire una bellissima creatura vestita in modo assai diverso da tutte le donne del Regno.

I capelli sono una fiammeggiante cascata ornata di preziose gemme ed umili fiori di campo e la veste è uno svolazzante mantello trasparente in cui l’intera foresta che li circonda sembra andare a specchiarsi. Anche la tunica, sotto il mantello, è vaporosa e candida come una nuvola attraversata dai raggi del sole di primo mattino.

E’ vaporosa e morbida,  trattenuta in vita da un tralcio di  fiori. Molto diversa dalle tuniche trattenute da corsetti di cuoio indossati dalle donne del Regno.

Il suo sorriso è smagliante ed ammaliatore.

“Chi sei?” domanda il principe.

“Vengo dalla Terra-dei-Viventi, dove non c’è morte, né peccato, né errore.”

“Con chi stai parlando, figlio.” domanda il Re, a cui la Fata è invisibile.

Il principe sta per prendere la parola, ma la Fata lo anticipa e pur continuando a rendersi invisibile, fa udire la sua voce.

“Tuo figlio, o Re, sta parlando con una creatura che non aspetta né morte, né vecchiaia. Io sono Mève, Dama dell’Amore e della Gioia e invito tuo figlio a seguirmi nella Terra-della-Gioia.”

Poi, al principe:

“Vieni con me, principe Condlè. – dice – Vieni con la Fata Mèvè, bel giovane dal collo ornato di collari d’oro. Vieni, bel giovane dalla chioma bionda e dal bell’incarnato e la tua bellezza non svanirà mai e la tua giovinezza durerà in eterno.”

Preoccupato e anche spaventato, il Re invoca l’aiuto del suo sacerdote-druido il quale pratica un incantesimo che costringe la Fata a rinunciare all’amore del bel principe.

Prima di allontanarsi, però, Mèvè gli consegna un dono: una mela di cristallo.


Tornato a Palazzo, il ragazzo si ammala e non vuole altro cibo che quella mela la quale, miracolosamente, dopo averlo nutrito, continua a rigenerarsi.

Passa un po’ di tempo, ma le condizioni del giovane peggiorano e finalmente, un giorno, la Fata Mève si presenta a Palazzo e questa volta nessuno osa contrastarla.

Il giovane riacquista la salute e decide di seguire la sua Fata dell’Amore con cui vivrà per sempre felice e contento.


(analogie con la favola: “La bella addormentata nel bosco”

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari

Archivio blog

Wikipedia

Risultati di ricerca

Visualizzazioni totali

Lettori fissi