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Nei tempi in cui si adoravano gli Spiriti di cui si credeva fossero animati gli elementi della Natura si divinizzò il fulmine che atterra, la fiamma che divora, il vento che scuote, terrificanti fenomeni che contribuirono alla costruzione delle fondamenta del mito greco. Più tardi l’uomo riuscì a non farsi più solo atterrire dalla potenza del Creato ma anche ispirare: emozione, stupore, poesia e i Poeti crearono I MITI, favole che cantavano la sua bellezza, pericolosità e generosità.

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lunedì 22 ottobre 2012

MITI e LEGGENDE:Miti Nordici - La leggenda di Katia e Styr


Katia la Dolce, figlia del saggio Magnus, secondo una leggenda nordica, era ritenuta la ragazza più bella di tutta l’Islanda e per questo era da tutti corteggiata e ammirata.

 Fra i pretendenti c’era anche il feroce guerriero Styr, capo degli Sturle , un gruppo di guerrieri-banditi che terrorizzavano villaggi e contrade costringendo la popolazione ad ogni sorta di angherie.

La bella Katia rifiutò le sue profferte amorose, ma Styr non era tipo da accettare un rifiuto. Violento e prepotente, abituato ad ottenere o prendersi con la violenza tutto ciò che voleva, case, castelli e terreni e altro, non gradì per nulla quel rifiuto.

Con alcuni compagni, fra i più violenti e sanguinari della banda, irruppe nella casa di Magnus.

Magnus fu subito ridotto all’impotenza e i due giovanissimi fratelli, Gunt e Thor, accorsi in aiuto della sorella, furono barbaramente uccisi.

La povera ragazza venne trascinata via con la violenza e costretta a partecipare ad un orgiastico banchetto in suo onore.

Nel momento, però, in cui Styr, in preda ai fumi dell’alcool, si avventava sulla ragazza per violentarla, qualcosa di straordinario lo fermò: gli spettri di Gunt e Thor, che si frapposero fra lui e la sorella.

La faccia sconvolta dal terrore e dallo smarrimento, il feroce bandito barcollò e si accasciò ai piedi della ragazza.

Costretto, infine, secondo le usanze del tempo, a comparire davanti ad un Tribunale e condannato a sostenere un duello con un Guerriero-Campione, Styr,  in preda alla follia più cupa, si detta alla fuga e vagò a lungo nelle brughiere brumose d’Islanda, fino a che la morte non lo colse in maniera assai misteriosa.

 

 

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