SFINGI
e CHIMERE: il fascino della creatura mostruosa
La sfinge
E’
un nome che evoca immediatamente atmosfere di mistero e simbolismi, ma bisogna
distinguere fra la Sfinge egizia e quella greca: la prima è la raffigurazione
della potenza regale, mentre la seconda è una figura mitologica.
“Proteggo la cappella della tua tomba
sorveglio la tua porta…” sta, infatti,
scritto su un esemplare risalente alla XXVI Dinastia.
Corpo
leonino e testa umana, sulla fronte l’urex,
il cobra reale, la Sfinge simboleggia la natura divina del Faraone.
La
Sfinge più famosa si trova a Gizah,
porta il volto del faraone Kafra e risale al 2.570 a.C. – IV Dinastia,
Antico Impero.
Durante
lo scorrere di tutti questi secoli, non c’è stata generazione capace di
sottrarsi al suo fascino enigmatico.
Per
gli Arabi era Abu-el-hol, ossia, “Padre della paura”, a testimonianza
dei sentimenti di timore che l’immenso colosso di pietra era capace di
suscitare in gente superstiziosa che la credeva una raffigurazione del male;
per gli Antichi Egizi, però, era la Shepes-ank, “L’Immagine Vivente”,
provvista di Ka e Ren = Spirito e Nome.
Imponente
ed enigmatico, fin dall’antichità, questo colossale felino di pietra ha
alimentato leggende ed aneddoti. (talvolta anche riprovevoli)Ricordiamo il faraone Thutmosis IV che, ancora ragazzo, a seguito di un sogno in cui la Sfinge gli prometteva il trono se l’avesse liberata della sabbia che minacciava di seppellirla, le dedicò una stele. I Mamelucchi, qualche millennio dopo, l’aggredirono a cannonate, portandole via il naso e, più recentemente, avventurieri senza scrupoli usarono la dinamite per penetrare al suo interno nella speranza di trovarvi tesori.
Attualmente
la sfinge di Gizah non gode di ottima salute.
Non
è una novità. Più volte in passato si è tentato di rimetterla in sesto e ogni
volta i risultati sono stati disastrosi.Oggi ci si domanda: chi salverà la Sfinge?
Ma perché la Sfinge è così “malata”, mentre le Piramidi, di cui doveva essere “Il Protettore”, pur spogliate del pregiato rivestimento esterno, godono di buona salute?
A
proposito di Piramidi, un detto recita così:
“L’uomo ha paura del Tempo,ma il Tempo ha paura delle Piramidi!”
Le
ragioni sono molteplici: tempo, vento, sabbia e, non ultima, l’opera dell’uomo.
La vera causa sta, forse, nella sua stessa struttura morfologica.
Originariamente,
l’immenso monumento era una collinetta di pietra calcarea da cui furono
estratti i blocchi per le prime assise delle Piramidi di Keope e suo figlio
Kafra. All’informe ammasso che ne restò e seguendone la naturale struttura
morfologica, fu data la forma di un leone con testa umana che, rivestita di
pietra pregiata, divenne la Shepes-ank, la “Immagine Vivente” di
Atum-Ra, con il volto del faraone Khafra.
Oggi
come ieri, sebbene mutilata e oltraggiata, continua a suscitare stupore e
meraviglia ed è meta di milioni di turisti che, di giorno ne subiscono il
fascino semplicemente osservandola e di sera vivono le suggestioni di
spettacoli come “Suoni e Luci”
Fantasiose
teorie sono sorte intorno alla Sfinge di Gizah, che si vuole, risalente ad
epoca assai più remota, attribuendone la costruzione a civiltà sconosciute e
misteriose come Atlantide o scomodando addirittura gli extraterrestri.
Accantonando
queste improbabili teorie, prive di ogni serio supporto scientifico, quella di
Gizah è l’esemplare più famoso di Sfinge egizia, ma ne esistono altre,
altrettanto importanti per funzioni e caratteristiche.
Piccola,
ma dal fascino particolare è quella della famosa Regina-Faraone Huthsepsut,
custodita al Museo Egizio di Torino; androgina ed elegante, invece, è quella
del faraone Amenopeth III.
Che
dire del “Viale delle Sfingi” a Luxor e del “Viale delle Sfingi Criocefali” (a
testa di montone) a Karnak?
Speriamo
soltanto che, dopo aver attraversato indenni secoli e secoli, l’uomo moderno
sappia custodire e conservare per altri millenni queste meraviglie.
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