Sfinge
greca
Al
contrario della Sfinge egizia, la cui funzione era quella di proteggere, la
Sfinge greca era una figura terrorizzante, inquietante e tragica. Come in molti
dei miti greci. Lo fu la sua stessa nascita: il frutto di un rapporto
incestuoso tra la bestiale Echidna e suo figlio Ortro, cane a due teste.
Chi
o cosa potevano generare due mostruose creature, se non un altro mostro? Sfinge
era un ibrido alato con testa di donna e corpo di leonessa.
Il
mito narra che fu mandata a Tebe per vendicare la morte del bel Crisippo,
ucciso da Laio, Re della città, che aveva approfittato sessualmente di lui,
contro natura.
Il
mostro si appostò sul Monte Ficione; secondo altre versioni, addirittura su
una colonna nel bel mezzo della piazza
della città.
Il
mostro chiedeva a tutti i passanti di sciogliere indovinelli… pena la morte.
L’enigma
più ricorrente era:
“Chi
è quell’animale che al mattino cammina a quattro zampe, a mezzogiorno su due ed
a sera fa uso di tre?”
Per
liberare la città da quel flagello, Laio stava recandosi a Delfi per chiedere
responso al Tempio, quando si scontrò con un certo Edipo.
La
strada era stretta e il Re gli chiese di farsi da parte.
Quell’Edipo,
però, era un giovane dotato di arroganza più che di rispetto e, ignorando che
l’uomo che gli stava di fronte era nientemeno che suo padre, non solo non gli
dette la precedenza, ma passò alle mani… anzi, alla spada e fece fuori lui e il
suo araldo… anche perché uno dei cavalli gli aveva pestato i piedi.( i piedi di
Edipo, vedremo in altra sede, avevano un buon motivo per stare in scena in
questo mito…).
Giunto
a Tebe, il giovane affrontò la Sfinge e al suo indovinello rispose così:
“E’
l’uomo! Egli cammina a quattro zampe da bambino, su due piedi da adulto e si
appoggia al bastone da vecchio.”
Sconfitta
e sconvolta, la Sfinge si gettò dalla rupe (o dalla colonna), sfracellandosi.
Nessun commento:
Posta un commento