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Nei tempi in cui si adoravano gli Spiriti di cui si credeva fossero animati gli elementi della Natura si divinizzò il fulmine che atterra, la fiamma che divora, il vento che scuote, terrificanti fenomeni che contribuirono alla costruzione delle fondamenta del mito greco. Più tardi l’uomo riuscì a non farsi più solo atterrire dalla potenza del Creato ma anche ispirare: emozione, stupore, poesia e i Poeti crearono I MITI, favole che cantavano la sua bellezza, pericolosità e generosità.

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martedì 17 dicembre 2013

CARACTATO - Re della Guerriglia

Caractato! Il "barbaro" che anche da sconfitto "conquistò" Roma.
Tacito ne parla nel Libro XII dei suoi "ANNALI"  con accenti di sincera ammirazione.
Siamo nel 51 a.C. - Galles Meridionale.
I Siluri, popolo ostile e bellicoso, sono per anni la spina nel fianco dei Romani. Comandati da re Caractato, tengono in scacco le Legioni Romane da ben nove anni, conseguendo più vittorie che sconfitte.
Fiero, ed irriducibile, non si riesce a sottometterlo né con la forza, né con le promesse. Perfettamente consapevole della inferiorità  numerca  del suo esercito,  questo barbaro ribelle riesce a sottrarre al servaggio la sua gente tenendo in scacco l'avversario con una tecnica assolutamente sconosciuta ai Romani..
La sua strategia militare è nuova ed insolita per i Romani, abituati a fronteggiare l'avversario. Ma Caractato ha inventato un nuovo modo di combattere: la guerriglia. Non affronta il nemico a viso aperto e con tutte le forze, ma lo coglie di sorpresa con un manipolo di uomini, favorito dalla impraticabilità del territorio su cui si muove.
Per la battaglia decisiva il grande guerrigliero sceglie un territorio assai impervio, uno spazio in cui l'accesso è difficile quanto l'uscita:  alle spalle ci sono ripide montagne e davanti un fiume con difficili guadi.
Dall'altra parte, i Romani spiegano la Legione di Publio Ostorio Scapola.
Dopo un combattimento violentissimo, che costerà ad Ostorio un vero massacro, i valorosi "guerriglieri"  sono costretti a  soccombere al valore dei Romani ed alla invincibile "Testuggine" romana.
Caractato riesce a fuggire, ma la moglie e la figlia sono fatte prigioniere.  Egli, allora, cerca rifugio e protezione presso il popolo dei Briganti, ma la regina Cartimandua, appena lo ha sotto la sua tenda, cerca di sedurlo; il grande guerrigliero la respinge e la donna  lo consegna ai Romani.

A Roma, il nome del principe dei Siluri é ben noto; le imprese  del ribelle invincibile ed invisibile sono già leggenda e tutti attendono impazienti l'arrivo dell'uomo che per quasi dieci anni si é beffato di Roma.
Lo stesso imperatore Claudio é impaziente di incontrarlo e, come ebbe a sottolineare Tacito,
nei suoi " Annali",    "per esaltare la propria dignità, aumentò la gloria del vinto."
L'Imperatore organizza un vero spettacolo per il popolo di Roma durante il quale fa sfilare, legato al  carro, re Caractato e la sua famiglia.
E ancora una volta, il grande "guerrigliero" mostra il suo valore.   Invece di implorare clemenza, giunto sotto la tribuna imperiale, egli tiene un vibrante discorso:
".................. Se fossi trascinato davanti a te - dice all'Imperatore - senza opporre resistenza, né la mia sorte, né la tua gloria avrebbe acquistato splendore: al mio supplizio seguirebbe l'oblio, ma se mi lasci vivere, sarò per sempre un esempio della tua clemenza."
 Caractato ha salva la vita e con lui la sua famiglia e gli altri.
Bello, affascinante, la parola facile,  il principe dei Siluri non tarda  a conquistare   Roma ed a diventare l'ospite più desiderato dei "salotti" delle nobili matrone e   la  bellissima figlia,   con   il nome romanizzato di Claudia, viene fatta sposare ad uno dei figli del  nobile Pudente.

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