LE FATE
Fatoa,
per latini, greci e romani,
era il nome del Genio Femminile dotato di poteri sovrannaturali, capace di operare meraviglie.
Nella
cultura celtica le Fatuoe erano
le compagne degli gnomi, anche queste dotate di particolari poteri, tra cui
quello di predire il futuro.
Tutte,
però, avevano il potere di trasformare qualcosa in qualunque altra cosa. (basti
ricordare la maga Circe e la sua abitudine di trasformare gli uomini in
animali).
Le
leggende medievali, infine, grondano di magia, artifici ed incantesimi.
Proprio
nel Medio Evo, i racconti di miti della cultura del Nord, tramandati a voce,
conobbero il momento di maggior diffusione.
I
miti, però, non sono solamente e semplicemente favole. Da sempre costituiscono
lo strumento con cui l’uomo da voce e forma a tutte quelle esigenze che esulano
dalla sua razionalità: il mito non fornisce spiegazioni (come invece fa la
Storia), ma svela sentimenti e sensazioni nascosti ed inconfessabili.
Lo
strumento in questione si chiama Magia e Incanto e le Sacerdotesse di questo
“Culto” si chiamano Fate, Streghe, Ninfe o hanno altro nome.
Le
Fate hanno molti nomi, ma quello più consono alla loro natura è certamente “Dame
degli Elementi”, poiché gli elementi della Natura, e cioè Acqua, Fuoco,
Terra e Aria, fin dai tempi più antichi ed in ogni cultura, hanno sempre fatto
parte della Magia e la Magia e sempre stata parte integrante della vita
quotidiana.
I
poteri delle Fate sugli elementi della natura sono straordinari:
-
Le Fate dell’Acqua
sono capaci di far sgorgare acqua dal suolo, provocare inondazioni o farle
arretrare, portare acqua nei posti aridi e desertici….
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Le Fate del Fuoco
sanno produrre scintille dal nulla, accendere fuochi, falò e incendi, pilotare
incandescenti colate laviche…
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Le Fate dell’Aria sono
in grado di scatenare tempeste o farle cessare, sanno creare vortici e trombe
d’aria e scatenare venti…
-
Le Fate della Terra si
divertono a scavare orridi e voragini, masi impegnano anche a coprire di
lussureggiante vegetazione territori rocciosi e regioni vulcaniche.
E
poi ci sono le Fate della Luna, le Fate del Ghiaccio e quelle del Mondo dei
Sogni; non mancano le Fate che di notte proteggono il viandante o il solitario.
Ovunque! Le fate sono ovunque.
Ma,
se non sono impegnate con tempeste o sorgenti d’acqua o a rendere sicuro il
cammino del viandante o piacevoli i sogni dei dormienti…. che cosa fanno le
Fate? Come trascorrono il loro tempo?
Facendo
di tutto ed occupandosi di tutto. Proprio come gli umani.
Immerse
in un’atmosfera di idilliaca armonia, naturalmente, lungo argini informi di
chiassosi corsi d’acqua, tra le radici di annose querce, tra avanzi gloriosi di
antichi ruderi. E ancora, sulle soglie degli usci di grotte ed anfratti o tra
le fondamenta dei fantastici castelli di roccia e di ghiaccio, costruiti da
venti e piogge.
Se
siamo in gita e stiamo attraversando questi boschi delle meraviglie, queste
isole dei desideri, potrebbe capitarci, soprattutto se siamo un po’ distratti,
di sentire sulla nuca come un tocco d’ala o sulla guancia la carezza di un velo
o alle spalle l’eco di un sospiro o il calore di uno sguardo…
Ancor
di più se è notte e c’è la luna piena.
Sono
le Fate. Leggere e inafferrabili come farfalle.
Invisibili.
Certo!
A
guardarsi intorno con gli occhi dei bambini, però… forse…
Se
ci si imbatte in informi gradini affioranti dal suolo, si potrebbe anche
vederli trasformare in un scalinata ornata di fiori e rampicanti, che si spinge
fino ad una piccola fenditura di un contorto tronco di quercia.
A
meglio osservarla, però, quella non ci appare più come semplice fenditura…
assomiglia più ad una soglia… la soglia di una porta ornata di fiori e
ghirlande e…. ad osare spingervi dentro lo sguardo… oh! non c’è parola che
possa esprimere la meraviglia: là dentro, dentro quel tronco d’albero, si
nasconde la casa di una Fata.
A
guardarla bene, potremmo scoprire che assomiglia proprio alla casa dei nostri
sogni
Recitava
il grande William Shakspeare
“Se vedi un cerchio delle Fate
in una distesa d’erba
Tieni il passo molto leggero
lì intorno
E passa camminando
in punta di piedi…”
E’
facile, dunque, che le creature del “piccolo mondo” si stiano aggirando proprio
nei paraggi, tra erba, campanule(il fiore preferito) e un rivolo d’acqua.
Ma,
se per noi basta un salto per attraversarlo, per le piccole creature occorre un
ponte o una barca.
Con
un po’ di fortuna possiamo assistere ad un prodigio: un colpo di bacchetta
magica ed ecco materializzato un bel ponte ornato di rami e rampicanti e se
siamo molto fortunati, possiamo veder transitare su quel ponte la Fatina e il
suo Principe Azzurro.
Qualcuno,
più fortunato ancora, potrebbe perfino assistere ai loro giochi e vederle
danzare.
Vedrebbe
sopratttto le graziose, aeree Silfidi, le Fate dell’Aria, che danzano sui prati
fra erba e fiori.
La
loro casa si trova in grotte ed anfratti, ma è utile sapere che queste
splendide e fantastiche creature hanno l’abitudine, di notte, di raccogliersi
intorno al fusto di qualche albero per le loro danze aeree.
Ad
accompagnare le danze non mancano suoni e canti.
Il
canto delle Fate, naturalmente, è dolce e soave.
Se
si ha la fortuna di sentirle cantare ti riempiono il cuore di gioia e se di
fortuna se ne avesse davvero tanta, si potrebbe ascoltare il suono magico ed
incantato delle loro arpe: si dice che alcune note donino una pace profonda o
un sonno ristoratore.
Non
è escluso che si possa anche sorprendere qualcuna di loro occupata in faccende
domestiche. Sorprenderla, mentre lava
gli splendidi, coloratissimi veli, trasparenti come ali di farfalle e metterli
ad asciugare su lunghissime corde… potrebbe anche mostrarci il suo ricamo…
Se
poi qualcuna di loro si lascia avvicinare mentre si prepara il pranzo…
rigorosamente vegetariano, naturalmente… un invito a pranzo è davvero
assicurato.
Ecco
chi sono le Fate. Alcune di loro sono note, altre no! Più note sono sicuramente
quelle che si incontrano aprendo un vecchio libro impolverato ma carico di
magico splendore: Campanellino, Trilli, Viviana, Morgana, Mève...
Le
conoscete?… Sì?… No?… Andiamo a conoscerne qualcuna.
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