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Nei tempi in cui si adoravano gli Spiriti di cui si credeva fossero animati gli elementi della Natura si divinizzò il fulmine che atterra, la fiamma che divora, il vento che scuote, terrificanti fenomeni che contribuirono alla costruzione delle fondamenta del mito greco. Più tardi l’uomo riuscì a non farsi più solo atterrire dalla potenza del Creato ma anche ispirare: emozione, stupore, poesia e i Poeti crearono I MITI, favole che cantavano la sua bellezza, pericolosità e generosità.

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domenica 13 luglio 2014

ANTICA GRECIA - La cruenta fine del SOSTITUTO

La cruenta fine del Sostituto

                           La cruenta fine del Sostituto

Il termine sostituto indica oggi semplicemente una persona che svolge mansioni al posto di un’altra.
Nelle antiche culture, però, all’epoca del Matriarcato, il Sostituto era una figura assai tragica ed infelice.
Era al centro di una consuetudine davvero cruenta: così in Egitto come in Mesopotamia o Hattusa… Roma si salvò solo perché la sua storia è più recente.
Il Grecia il Sostituto si chiamava Interrex ed era quasi sempre un ragazzo sui dieci anni, perché tanti erano gli anni di regno del Paredro.
Oggi diremmo: Principe Consorte.
Secondo i costumi dell’epoca la Regina si sceglieva, tra i giovani più forti e gagliardi, un Re-Sacro, il Paredro, per l’appunto, per procreare e regnare con lui fino a che questi avesse conservato forze e vigore. Dopo egli veniva ucciso e il suo sangue sparso sui campi per renderli fecondi.
Dieci anni. Tale era il tempo concesso ad un Paredro.
Questo fino a quando non arrivò qualcuno che si rifiutò di sottostare al sacrificio e pretese una vittima in sua “sostituzione”.
Quel qualcuno si chiamava Enapione e pare fosse uno dei nipoti del famoso Minosse.
Egli si rifiutò di morire, nonostante che il nuovo pretendente della Regina avesse, secondo le Leggi, superato le prove a cui era stato sottoposto e lo avesse vinto in regolare combattimento. (lotta libera, presumibilmente).
Enapione si nascose in una cripta facendosi credere morto, ma “resuscitò” opportunamente (con l’aiuto di sostenitori) e in sua vece  pretese il sacrificio di un fanciullo: l’ Interrex , ossia il Sostituto.
I Sostituti erano sempre fanciulli sui dieci anni, schiavi, prigionieri o ragazzi dotati e, non raramente, erano addirittura i figli dello stesso Re-Sacro in carica.
Questo potrebbe dar luce a qualche mito o casi di parricidio da parte di principi-eroi, che ci appaiono incomprensibile, ma di cui la storia della Grecia Arcaica e perfino Minoica e Micenea, abbonda.

L’Interrex veniva insediato sul trono con una cerimonia assai festosa. Regnava per un giorno, durante il quale gli era permessa ogni cosa, poi veniva drogato e ucciso.
Il Paredro tornava sul trono al fianco della Regina (il cui potere, però, cominciava a mostrare primi segni di debolezza)… fino a quando un nuovo pretendente, più forte e vigoroso, non fosse riuscito a toglierlo di mezzo.
Non si sa per quanto tempo tale cruente costume abbia continuato a  mietere fanciulli. Ad un certo momento della storia, però, il sacrificio dei fanciulli verrà sostituito da quello di un animale: capro o toro.
O, come accadde in Egitto, da una cerimonia detta Zed o Giubileo: un rituale magico attraverso cui il Sovrano ritrovava energia e vigore.

A proposito di Giubileo, la regina Elisabetta II d’Inghilterra ha celebrato da poco il suo e il Papa si appresta a celebrare il proprio.

Pratiche moderne, dunque, che affondano le radici in pratiche antiche.

ANTICO EGITTO - PIRAMIDI... Cabala, Esoterismo e Profezie

oterismo, Profezie

PIRAMIDE... Cabala, Esoterismo, Profezie

                            PIRAMIDE... Cabala, Esoterismo, Profezie


Quale fu il risultato dell’applicazione del “cubito sacro” di Piazzi-Smith nella misurazione della Grande Piramide? Fu che la piramide di Keope divenne a sua volta una sorta di “unità di misura” per interpretare eventi, fenomeni e soprattutto il destino dell’umanità.
Naturalmente, partendo da un presupposto (il calcolo) tutt’altro che affidabile.
L’elenco di tutte le stravaganze che ne conseguirono é assai lungo e ne citeremo solo alcune.
Si giunse ad affermare che i costruttori della Grande Piramide erano in grado di calcolare:
- la lunghezza del raggio polare della Terra
- la distanza fra Luna e Terra
- la lunghezza dell’orbita terrestre nelle 24 ore.
- la durata esatta dell’anno civile (365 giorni), dell’anno bisestile (1 giorno in più dell’anno comune), dell’ anno astronomico (365 giorni, 6 ore e 49 minuti).
- la ripartizione delle terre emerse
- gli anni del ciclo della processione degli equinozi (calcolato, invece, solo nel 130 a.C.)
- la data precisa della creazione del mondo: 22/4/4004 a.C.
- la densità della sfera terrestre
- che il corridoio discendente interno della Piramide fosse una sorta di telescopio puntato sulla stella Alfa (costellazione del Drago)
e si dissero mille altre cose: non c’é branca scientifica che non sia stata accostata in qualche modo alla Piramide di Keope.

Si disse anche che il sarcofago rinvenuto nella camera funeraria fosse, anche questo, una sorta di unità di misura per calcolare le dimensioni dell’Arca dell’Alleanza e che la diagonale Nord-est della Piramide indicasse il Monte Ararat, dove la leggenda vuole che l’Arca si sia arenata dopo il Diluvio. Per quell’evento si fissò perfino la data: 4/4/1486 a.C.
Si affermò con sconcertante sicurezza che l’esodo ebbe inizio il 4/4/ 1846 a.C.

Come si giunse a queste enunciazioni?
Attraverso calcoli ottenuti servendosi del “cubito sacro” e cioé, dividendo il perimetro di base della Piramide per il quadrato della sua altezza, ottenendovi un P greco di 3,1416 cm.
Nota: all’epoca, la base della piramide era ricoperta di sabbia e il suo esatto perimetro risultava non rilevabile.
Chiamando in causa la “Mistica” si affermò che:
- il corridoio d’entrata sarebbe una sorta di “Sala di poreparazione all’iniziazione misterica”
- che il corridoio discendente interno simboleggi la “degradazione dell’uomo che non ha incontrato ancora la Verità”
- che il corridoio ascendente, invece, simboleggi la ” Sala della Verità all’Ombra”
- che la Grande Galleria rappresenti la “Sala della Verità alla Luce”
- che la Sala del Sarcofago sia la “Sala del Mistero, del Giudizio,ecc…”
E non poteva mancare l’apporto dell’Esoterismo che, con grande disinvoltura, accostò alla Piramide il “Libro dei Morti” custodito al Museo Egizio di Torino.
In che modo?
Attraverso una comparazione delle assise dei blocchi della Grande Piramide con i Capitoli del famoso Papiro di Torino, dimenticando, però, che questo fu redatto più di 2000 anni dopo la costruzione delle Piramidi di Gizah.
Essendo, nell’ambiente esoterico, la Cabala Ebraica considerata la chiave di lettura delle Sacre Scritture, infine, si accostò questa pseudo-scienza ai componenti della Grande Piramide per comparare ed interpretare gli eventi descritti nella Bibbia.
Lo si fece introducendo nel Rituale e nelle Cerimonie in uso presso queste associazioni, eventi e figure divine appartenenti alla religione dell’Antico Egitto come Iside e Thot (l’Ermete greco)
Scrive Kingsland:
“Alcune Piramidi sono ricettacoli di Conoscenza e Saggezza dissimulati negli Antichi Misteri e noti agli Iniziati…”
Sempre dello stesso autore:
“… il segreto delle Piramidi é noto agli Iniziati che non hanno mai perso la Saggezza degli Egiziani, in relazione al Libro dei Morti con il Cristianesimo e le Sacre Scritture…”
“La Piramidologia – giunse ad affermare A. Rutheford – é la Scienza che dimostra il rapporto della Grande Piramide con la Verità Biblica.”
La Grande Piramide nasconderebbe, dunque, la “chiave di interpretazione” per scoprire i Segreti dell’Universo e della Perfezione ed al contempo, costuirebbe una “tavola di profezia” secondo la quale:
- ci sarebbe stato il rientro in patria di tutte le 12 tribù di Israele.
- a New York il 29/5/1928 sarebbe caduta la Borsa.
- che l’Islam sarebbe stato abolito in Turchia
e molte altre assurdità smentite dai fatti.

giovedì 10 luglio 2014

ANCO MARZIO IV Re di Roma ... e il prestito "uxoria" (la moglie in prestito)









La politica di conquista della nascente potenza si fa sempre più aggressiva: dopo la quasi  inattività vissuta ai tempi di Numa Pompilio, i cittadini della giovane Roma sembrano tutti felici di menare le mani...    Sì! Perché non si pensi all'esercito di Roma come ad una Armata militarmente ben organizzata ed equipaggiata, così come siamo abituati a vederla a cinema.
I soldati romani del primo periodo della Monarchia erano contadini che lasciavano la vanga ed imbracciavano bastoni, pugnali e rozze spade, (quando ne avevano) ed ogni altro tipo di arnese capace di trasformarsi in oggetto da offesa. Raggruppati in decurie e centurie, partivano con indosso perfino la tunica che usavano nei campi.
Possedevano,  però, un altissimo senso dell'onore, dell'appartenenza e  dell'amor  patrio e di conseguenza, una predisposizione all'obbedienza verso il capo, il quale era sempre qualcuno che si era distinto per valore e coraggio, che,  però,  non portava alcuna insegna di grado.

Roma, dunque, si stava avviando a diventare il nemico comune di molte popolazioni e le molte campagne militari intraprese da questi Re bellicosi, concorrevano a produrre ricchezza e ad attirare sempre più gente, ma con essa anche maggiore delinquenza.
Il risultato?
Il risultato fu che, mentre il Re non aveva ancora un Palazzo Reale e continuava a vivere nella sua casa come ogni altro cittadino, si avvertì l'esigenza di creare un luogo di  detenzione. Nacque la prima prigione di Roma: il Carcere Tulliano.
Deve il nome prosumibilmente ad un Tullus, o Cisterna, su cui il Re lo fece costruire.
Era diviso  in due ambienti. In quello superiore, detto Carcer, erano tenuti in custodia  i prigionieri in attesa di giudizio. I i condannati, invece, venivano gettati nella cisterna sottostante dove erano anche eseguite le pene capitali; i cadaveri, poi, attraverso un corridoio laterale  venivano gettati nella Cloaca Massima che passava lì accanto.
Se il nome del Tulliano non fosse associato a quello di Anco Marzio, di questo Re non ci sarebbe granché da riferire: nessuna leggenda, nessuno scontro epico e perfino una morte tranquilla.
Ma sarebbe un errore dare di lui un giudizio affrettto, come qualche storico ha già fatto, solo perché la sua figura appare un po' grigia ed opaca rispetto a quella dei predecessori circondati di aloni di leggende.

Nipote di Numa Pompilio, Anco Marzio, ad un  esame più attento si rivela grande stratega politico... di quelli che senza troppi strepiti e colpi di scena portano a casa i risultati.
Anco Marzio é soprattutto un innovatore. Guarda in avanti ed alle innovazioni etrusche e riesce perfino a stipulare un Trattato d'Alleanza con la città di Tarquinia contro l'eterna rivale, Veio. Si  serve anche della cavalleria di Tarquinio il Tirreno per domare le rivolte delle città latine che non hanno ancora perdonato a Roma la distruzione di Albalonga.
E qui brilla l'acume politico di questo uomo dall'apparenza scialba: egli non vuole il massacro dei vinti, ma il loro trasferimento a Roma per "risanare" un po' il malandato tessuto umano della città e accarezza l'antico progetto del fondatore di Roma, Romolo, che era quello  di dare alla nuova città una "multietnia".
Esplose, perciò, proprio durante il suo regno, ci informa lo storico Plutarco, una assai particolare usanza che non era, però,  del tutto nuova. La grande pestilenza ai tempi di Tullo Ostilio e le continue guerre avevano assottigliato la popolazione, soprattutto   femminile ed infantile. Nemmeno il numerodelle donne forzatamente condotte via da Albalonga riuscì  a risolvere il problema.
Donne... Donne... A Roma mancavano sempre donne.
Plutarco ci parla del prestito "uxorio".
"... il marito con prole sufficiente - scrive - poteva cedere la moglie ad un altro cittadino privo di discendenza, rimanendo, però, padrone di lasciarvela o di riprenderla dopo un certpo tempo..."
Consuetudine che oggi farebbe inorridire, ma che i romani consideravano quasi atto di patriottismo.


Non si sono create leggende, dunque, intorno alla figura di questo Re, ma fatti.
Con lui si bonificarono i terreni, si intensificò  l'agricoltura, si introdussero alberi, soprattutto ulivi, si scavarono canali.
Un grande innovatore, Anco Marzio e le innovazioni, si sa, non sono mai indolori.
Ne fecero le spese pastori ed allevatori che si videro assottigliare sempre più i terreni destinati ai pascoli.  Una popolazione in particolare se ne sentì danneggiata: i Volsci, grandi allevatori i quali cominciarono ad arrivare a valle per aprirsi nuove vie per nuovi pascoli, ma... qui comincia un'altra storia che ha per protagonisti altre persone.

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