ANTICA GALLIA – L’oscura e
misteriosa dottrina dei DRUIDI
“Guai
ai vinti!”
Ci
segue dai banchi della scuola il minaccioso e sprezzante grido del vincitore:
Brenno, il grande condottiero, mentre getta la spada sulla bilancia colma
dell’oro che dovrà riscattare Roma.
Siamo
nel 390 a.C. e i vincitori erano i Celti, da noi meglio conosciuti come Galli,
perché così li chiamerà Giulio Cesare quando conquisterà il loro territorio.
Ma
chi erano questi Celti?
Erano
il risultato della mescolanza di razze diverse (una sessantina, almeno),
costituenti una unità di pensiero e di cultura e guidate dal più straordinario
e misterioso corpo sacerdotale (dopo, con lo stesso potere, verrà solo il clero
cristiano) mai esistito prima: i Druidi.
I Druidi!
Ma
chi erano questi vegliardi dalle lunghe barbe bianche? Ad essi venivano (e
vengono ancor oggi) attribuite cultura e conoscenza scientifica e tecnica che
nulla avevano da invidiare a quelle degli Egizi, dei Caldei, dei Greci. Viene
loro attribuita perfino una fede monoteistica e finanche la costruzione di
giganteschi monumenti: uno tra i primi, quello di Stone henge.
In
realtà, in entrambi i casi non è così.
Si
può parlare più di un politeismo localmente unificato e di una Divinità che si
“manifestava” e rispondeva alle esigenze di quel posto e non di un monoteismo
vero e proprio.
Un
po’ come l’Egitto preistorico.
Quanto
ai monumenti megalitici, questi erano preesistenti ed i sacerdoti si limitarono
a celebrarvi i loro misteriosi riti.
Come
in tutte le antiche religioni anche quella celtica aveva due livelli: uno
superiore (metafisico) e uno inferiore (mitologico).
Il
primo, riservato ad una più ristretta cerchia (quali i sacerdoti e le
sacerdotesse) e il secondo, di più facile comprensione, riservato invece alle
categorie sociali più basse.
Il
culto druidico era, infatti, un universo di simboli e figure incomprensibili ai
più ed a cui avvicinarsi solo attraverso prove ed iniziazioni.
A
custodire tali e tanti segreti e misteri era soltanto il corpo sacerdotale: i
Druidi, i quali, però, non ne
lasciarono traccia e testimonianza scritta, preferendo tramandarle oralmente di
generazione in generazione.
Anche
a presiedere alle Cerimonie Sacre erano i sacerdoti; cerimonie, in verità,
misteriose ed inquietanti, spesso culminanti in sacrifici umani, che si
consumavano nel profondo di oscure selve di querce, in grotte buie, ma anche al
chiaro di luna.
Questi
sacerdoti costituivano il cardine della civiltà celtica e della sua unità. Il
loro potere era enorme, ma si trattava di un potere spirituale e veniva
esercitato attraverso gli Omphales, centri sacri, dove le popolazioni si
univano per celebrare non solo feste religiose, ma anche giochi, attività
commerciali, processi, e altro.
La
parola Druido significa: molto
saggio. L’etimologia più conosciuta della parola, però, è quella di Plinio: Drus,
che in sanscrito significa bosco o albero e in celtico vuol dire quercia.
Una
seconda etimologia potrebbe essere quella di Freret e cioè: Da + Rhaidd
che significano “divino”
e “parlare”. Il significato, dunque, potrebbe essere: parlare di
Dio.
E
ancora: Drui (irlandese), che significa “persona sacra” e Truwis (britannico)
che vuol dire “dottore della verità”.
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