(seguito)
“Il
vostro Sovrano non fa nulla per evitarlo?”
“Certamente
sì! Ha consultato il nostro Dio, Marduk, e il consiglio è stato di erigere una
Torre
e di rinchiudervi la principessa per darla in sposa a colui, fra i pretendenti,
capace di scalare le mura.”
“Non
mi pare un’impresa difficile.” replicò il principe.
“Quelle
mura sono ricoperte di specchi e chiunque tenti di farlo, scivola giù ai primi
tentativi e deve rinunciare all’impresa e andar via.”
(arrampicarsi
sugli specchi: è facile capire la morale di questo tratto della favola)
Il
principe volle tentare l’impresa.
Sarà
perché desideroso di compiere una grande impresa prima di morire, sarà perché
qualche volta anche le imprese impossibili si realizzano… sarà perché siamo
all’interno di una favola, ma il principe riuscì nell’impresa.
Alla
principessa, però, dovette confessare che aveva solo pochi giorni di vita e non
poteva sposarla, ma che era felice di aver salvato il suo Paese dall’invasione
straniera.
La
principessa, però, volle diventare ugualmente la sua sposa e così, dopo la
cerimonia nuziale, il principe si apprestò, in tutta fretta, a tornare a Tebe
per presentare la sposa al padre.
Durante
il viaggio, la piccola carovana alzò le tende lungo le rive di un fiume.
Guardie armate sorvegliavano affinché nessun coccodrillo o serpente si avvicinasse
alla tenda del principe. Per di più, la principessa vegliava, mentre il
principe dormiva.
Verso
l’alba, il cane cominciò ad agitarsi e la principessa vide un’orrida testa di
serpente sbucare da sotto la tenda. Chiamò i servi, che uccisero il grosso
rettile a bastonate.
Il
principe, intanto, continuava a dormire.
“E’
quasi giorno. – si disse la principessa – I servi sono all’erta… nessun
coccodrillo, ormai, potrebbe entrare qui dentro.”
E
così, stanca e assonnata, si addormentò. Proprio nel momento in cui stava
svegliandosi il principe che, la guardò con tenerezza e pensò:
“Ha
vegliato per tutta la notte… lasciamola riposare.”
Si
alzò e lasciò la tenda, poi si portò in direzione del greto del fiume per
bagnarsi il volto e gli occhi.
Fu
allora che la vide. Vide una creatura orrida e affascinante insieme, che
esercitò su di lui, in egual misura, attrazione e repulsione.
“Chi
sei? – domandò – Come ti chiami? Che cosa fai qui?”
La
creatura rispose:
“Sono
il tuo Destino. Il mio nome è Coccodrillo e ti aspetto da diciotto anni.”
Quel
giorno il principe compiva diciotto anni, ma… la sorpresa sta proprio qui: non
conosceremo mai il destino del principe poiché il papiro su cui è scritta
questa favola è rotto e il pezzo mancante, con il finale, è ancora sepolto da
qualche parte nella sabbia della necropoli di Deir-el-Medina, in Egitto, dove è
stato rinvenuto, nella tomba di un ragazzo.
E
adesso, dite… non sembra una favola scritta oggi? Se non ci credete, andate al
Museo de Il Cairo e troverete il papiro custodito in una bacheca.
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