ANUBI
Figlio
di Osiride e Nefty, Anubi è la figura più affascinante ed
inquietante del Pantheon egizio: inquietanti perfino i particolari della sua
nascita.
Per
comprendere la complessità della sua natura, bisogna dare una sbirciatina alla
storia della sua famiglia, non propriamente esemplare: Nefty era
l’ultima dei quattro figli di Nut, Dea del Cielo. Gli altri tre erano
Iside, Osiride e Seth; Iside era stata fatta sposare ad Osiride
e Nefty aveva preso come sposo Seth… con il particolare non
trascurabile che, mentre Iside ed Osiride erano profondamente
innamorati, Nefty e Seth si detestavano cordialmente. Per di più,
Nefty smaniava d’amore per Osiride e Seth non perdeva
occasione per saltare addosso ad Iside.
Approfittando,
una sera, dell’assenza della sorella, Nefty, indossati il calasiris (mantello)
della sorella e il suo Cinto, andò a sdraiarsi sulla stuoia accanto ad
Osiride, il quale la scambiò per l’amatissima sposa.
Solo
al mattino, svegliandosi e scoprendo Nefty stesa al suo fianco, si accorse
dell’inganno e montò su tutte le furie… anche perché temeva la reazione di Seth,
ma soprattutto quella di Iside, la più potente delle
Maghe.
Resasi
conto dell’enormità del fatto, Nefty cercò riparo tra i canneti delle
paludi all’ira del marito cornuto ed a quella della sorella tradita ed attese
che le acque si chetassero.
Dopo
qualche tempo, però, si accorse che quella notte di passione rubata aveva dato
i suoi frutti: aspettava un figlio, che cominciò a detestare con tutte le sue
forze.
Quando
il bimbo nacque, lo pose in una culla di cannicci e lo affidò alla corrente del
Nilo, nella speranza, forse, che qualche coccodrillo ne facesse il suo pasto.
Impossibile
che ciò accadesse: il piccolo Dio era immortale come i genitori e fu proprio un
coccodrillo a trasportarlo a riva, dove c’era una cucciolata di sciacalli e
dove mamma-sciacallo lo accolse nella nidiata e lo nutrì e protesse.
Questo
fino a quando il sapiente Thot non informò Iside del fatto.
“Tu
sei la Dea dell’Amore e del Perdono, - le disse – non puoi tollerare un simile
evento.”
Iside
non si fece pregare. Perdonò la sorella, soprassedette sull’ingenuità del
marito e corse in aiuto del piccolo Dio, ma, alla vista di quell’esserino sporco
ed irriconoscibile, non riuscì a trattenersi:
“In
put?” (E’ proprio lui?) esclamò.
“In
put!” (E’ proprio lui!) rispose Thot.
In-put,
il nome egizio che fu dato al piccolo: In-Put, ossia, Anubi.
Ecco
perché Anubi si mostra con la testa di sciacallo: per riconoscenza a
quella che fu la sua prima famiglia.
Cresciuto,
fu proprio lui che inventò l’imbalsamazione per preservare dalla corruzione il
corpo di suo padre, Osiride, ucciso da Seth e fu a lui che venne
affidato il compito di traghettare i defunti attraverso le vie della Duat,
l’Oltretomba egizia, oltre che di sostenere la Sacra Bilancia, nel Tribunale di
Osiride, su cui si pesava il cuore del defunto per concedergli oppure
negargli la vita eterna.
Anubi
è raffigurato con testa di sciacallo o sciacallo dal colore nerissimo, in
ricordo, forse, della sua vita infantile trascorsa tra quegli animali. Il suo
colore nero, però, non è quello del lutto (che è, invece, il bianco), ma è
quello del bitume, necessario all’imbalsamazione, per cui il nero diventa il
colore della Rinascita.
Egli
stesso era una Divinità della Rinascita e il Sacerdote funerario che presiedeva
all’imbalsamazione di un cadavere, indossava la sua maschera.
Divinità
dai molteplici aspetti, gli furono attribuite diverse funzioni: Patrono dell’Imbalsamazione,
Traghettatore dei defunti, Reggitore della Sacra Bilancia, Signore della
Necropoli, Signore dell’Aldilà.
Molti altri miti sono legati a questa Divinità, conosciuta
anche con l’appellativo di Signore- del-Cammino-Nascosto, ma ne rimandiamo i
particolari ad altro momento…
Nessun commento:
Posta un commento