LE NEREIDI
Così
erano chiamate le figlie di due Divinità fra le più antiche: Nereo, Genio
Marino dal potere della metamorfosi e
Doride, Ninfa Oceanide.
Le
NEREIDI erano anch’esse in numero di cinquanta ed erano Sacerdotesse di Tetide,
Dea del Mare e madre del celebre Achille.
Erano
splendide fanciulle dai lunghi capelli turchini ornati di alghe, conchiglie e
fiori marini.
Erano
lo spettacolo più incantevole e seducente che un marinaio potesse augurarsi di
incontrare in alto mare.
Avvolte
in vaporose, evanescenti e spumeggianti vesti azzurre, si muovevano sinuose e
ammalianti in danze aere sopra le creste delle onde; a cavalcioni di delfini,
cavallucci marini ed altri favolosi animali del mare, accompagnavano per brevi
tratti le navi in transito, ma i più fortunati… e molti marinai asserivano di
esserlo, potevano imbattersi nella grande conchiglia d’argento di Anfitrite, la
Regina degli Abissi, circondata da uno stuolo di queste bellissime e favolose
creature del Mare.
Non
era raro, però, incontrarle anche fuori dell’acqua, in riva, impegnate in
giochi e danze oppure impegnate a dare una mano ai pescatori in difficoltà con
l’attracco delle barche.
Ad
essere fortunati e conoscendo le loro abitudini, non era difficile… anzi era
più frequente di quanto non si pensasse, assistere ad una delle loro
spettacolari, stupefacenti “Danze alla Luna”, in onore della loro Dea, per
propiziarsene i favori onde assicurare ai pescatori una pesca abbondante.
Antippe,
Aretusa, Doride… tante le leggende nate intorno a queste incantevoli creature,
che le vede protagoniste dirette o indirette, come quelle che seguono:
Figlia
di re Cefeo, la principessa Andromeda era talmente bella che sua madre, la
regina Cassiopea, accecata da materno orgoglio osò paragonare la sua bellezza a
quella delle ninfe Nereidi.
ARETUSA
Una
delle più belle Nereidi, ma assolutamente refrattaria al matrimonio. Per questa
ragione, forse, era diventata inseparabile compagna di un’altra Dea, Diana,
contraria come lei ad ogni approccio amoroso.
Un
giorno la ninfa si bagnò nel fiume Alfeo il quale alla vista delle sue beltà,
si infiammò d’amore. Assunte sembianze umne, Alfeo tentò di usarle violenza.
Aretusa per sfuggirgli invocò l’aiuto di Diana che la trasformò in una
sorgente, ma Alfeo tornato fiume, unì le sue acque a quelle della sorgente.
ANDROMEDA
“Al
confronto della bellezza della mia Andromeda – si lasciò sfuggire un giorno –
le avvenenti figlie della divina Doride apparirebbero come una bella giornata
durante l’eclissi.”
Non
l’avesse mai detto!
La
divina Doride, ma soprattutto le sue cinquanta figlie, si sentirono così offese
da tanto ardire che escogitarono un tiro davvero briccone per mettere fuori
gioco la bellissima Andromeda.
Pregarono
e convinsero Poseidone,Re delMare, ad inviare fuori delle acque del mare un
mostro che terrorizzasse il regno di Cefeo.
Il
mostro arrivò, puntuale e terrificante, a devastare isole e litorali. Per far
cessare tanto flagello, l’Oracolo, interpellato, rispose che solo il sacrificio
della bella ndromeda avrebbe placato la collera delle Nereidi.
Sia
pur cpn grn dolore , la povera Andromeda
non si sottrasse al suo destino. Incatenata ad uno scoglio, aspettava
che il mostro uscisse fuori dalle acque del mare e fcesse di lei un gustoso
spuntino.
Il
mostro arrivò, ma, immancabile, arrivò anche l’eroe di turno che salvò dalle
sue fauci la bella fanciulla… quell’eroe si chiamava Perseo. Era un giovane
forte e coraggioso che già aveva sistemato per benino quell’altro mostro che
era la Medusa, una delle tre Gorgoni, ma… ma questa è un’altra storia.
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