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Nei tempi in cui si adoravano gli Spiriti di cui si credeva fossero animati gli elementi della Natura si divinizzò il fulmine che atterra, la fiamma che divora, il vento che scuote, terrificanti fenomeni che contribuirono alla costruzione delle fondamenta del mito greco. Più tardi l’uomo riuscì a non farsi più solo atterrire dalla potenza del Creato ma anche ispirare: emozione, stupore, poesia e i Poeti crearono I MITI, favole che cantavano la sua bellezza, pericolosità e generosità.

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venerdì 10 gennaio 2014

Vicende Iside - Osiride - Horo............ HORO, il Salvatore




HORO-GIOVANE....  il Salvatore

Salvatore di Osiride e Salvatore dell'umanità.
Se Osiride è considerato  il Dio della gente comune poiché al contrario di Ra, Ptha o Ammon non fornì mai un base al potere politico, Horo è certamente una delle massime concezioni del pensiero filosofico religioso della cultura eglizia.
Ad Horo è affidata la missione di riportare  Ordine e Giustizia in un mondo caduto nel Disordine e nella Confuzione  compromessi  e stravolti da Seth il Perturbatore.
Suo padre Osiride  è morto e; giace inerte e completamente passivo e questo stato di cose durerà fino a quando il suo erede non vincerà sui nemici.
I nemici di Horo sono Seth e i suoi sotenitori.
La lotta sarà lunga e terribile, poiché Seth, nel mito osiriaco, è la personificazione della Morte e del disfacimento fisico. Sarà una battaglia durissima, a tratti tragicomica,  durante la quale Horo strapperà i testicoli a Seth e Seth caverà un occhio, quello sinistrao, ad Horo.
Una lotta senza quartiere che si trascinerà per lungo tempo senza vinti né vincitori, ma che sconvolgerà "l'età d'oro" istaurata da Osiride e spingerà La Divina Compagnia ad intervenire perché vi si ponga fine.
Sarà Thot, Personificazione dell'Ordine, incaricato da Atum il Supremo, del delicato compito.
               "Oh, Thot! Che cosa sta succedendo fra i figli di Nut?
                 Essi han creato la lotta; hanno eccitato la confusione.
                 Hanno agito male, hanno suscitato la rivolta..."

HORO...  il Salvatore
Seth e Horo, i due  Contendenti, saranno chiamati a interrompere le ostilità e presentarsi al cospetto della Divina Compagnia che deciderà a chi dei due assegnare la palma della vittoria e il diritto ad occupare il trono d'Egitto.
Il Giudizio divino favorisce Horo: Ordine e Ragione prevalgono su Disordine e Violenza.
Horo è riconosciuto erede di suo padre;  é riconosciuta la discendenza paterna ed assicurata la pace e la giustizia.
                ".... la Terra fu solcata e sconvolta dai due che avevano combattuto
                  .......... La contesa ebbe fine. La lotta si fermò.
                  L'ardente fiamma fu spenta. L'odore del sangue spazzato via..."
Horo vincitore può finalmente prendere il potere e sedere sul trono come Nuovo Re e subito dopo partire per recarsi nel Mondo Sotterraneo a portare al padre, sempre inanimato ed immobile, la Buona Novella.

Osiride giace nel Mondo di Sotto, ma non è morto, bensì trasformato in forza "inerte" della Natura che aspetta di "mettersi in movimento"
                          "Il mio corpo alla Terra
                            La mia anima al Cielo."
farà dire, in un testo risalente all'epoca del faraone Zoser.

Sarà suo figlio Horo, il Nuovo Signore dell'Universo che,  rendendolo consapevole della Buona Novella del ricostituito Ordine Cosmico,  "metterà in movimento" il suo corpo inerte e lo scuoterà dallo stato di incosciente torpore:
                           "Sorgi, Tu che fosti buttato giù a Nedit!
                              Respira felicemente in Pe!"
e ancora:
                            " Questi é Horus che parla.
                              Egli ha allestito un processo per suo padre
                              Si è rivelato padrone della Tempesta (Seth)
                              Si è opposto alle tonanti minacce di Seth..."

Osiride è riportato in vita. Osiride si scuote. Rinasce. Rivive, ma non nella vecchia forma, bensì come Spirito della Vegetazione, poiché egli è la Natura. La Natura così come era intesa all'epoca: con la desolazione estiva e lo spirito della vita che poteva addormentarsi e morire, ma che poi si svegliava per tornare a vivere.
Altrettanto era il destino di Osiride:
                               "Se ne andò, si addormentò, morì."
ma poi, la salvezza ad opera del figlio Horo:
                               "Tornò, si svegliò, vive di nuovo!"

L'intervallo, però,  tra queste due fasi, la Morte e la Resurrezione,  è un momento critico  e delicato. Pieno di pathos. Il pericolo di disfacimento e corruzione fisica è altissimo.
E', questo, l'acme dell'intero dramma.
Vulnerabile ed inerme, esposto ad ogni insidia, l'Inanimato Osiride, ma anche lo Spirito della  Natura che simboleggia, così come il corpo del defunto che in Lui si identifica,  hanno bisogno di protezione.

Questa "vigilia", questo periodo di "transizione", nelle vicenda di Osiride era colmata dalla "veglia" e dal pianto di Iside e Nefty  in attesa di Horo.
Nelle vicende umane, invece, erano familiari, amici e prefiche ad assistere e piangere il defunto. Lo facevano nel corso delle numerose cerimonie funebri, come quella, fondamentale, della "Apertura della Bocca".
Era sempre un momento di grande tensione emotiva.
Il sacerdote esorcista funerario di massimo grado fingeva di dormire e di svegliarsi al richiamo della voce  che lo "chiamava in soccorso".
Così il Rito.   Così il Mito.

Nel Mito, quello risalente ad epoca successiva, Osiride invoca il soccorso del figlio Horo che discende nel mondo sotterraneo, lo raggiunge e lo libera della "Immobilità", annunciandogli la Buona Nvella: la Ma'at, il Ricostituito Ordine delle Cose e della  Giustizia.
Da Osiride, invece, Horo riceve il Ka, ossia lo Spirito e l'eredità del Comando e può prendere il suo posto sul trono.
Ora che  è "riemerso" dalle  tenebre, rinato e risorto,  Osiride può finalmente liberare la propria Anima.
Egli, che giaceva impotente in un nero antro del Mondo Sotterraneo, avvolto nelle spire  del serpente Nehaher,  al comparire del Disco Solare  mostra i  primi  segni  di rianimazione. Il Disco Solare sta attraversando gli Inferi nel suo percorso notturno e nel vederlo dice:
                 "Oh, Osiride, Tu che il Grande Serpente circonda
                    e voi, o sanguinari, che precipitate a capofitto,
                  ..............
                   Possa la mia Luce illuminare la tua Caverna
                   senza che ilserpente se ne accorga...
                    ... Sorgi dalla Terra."

I "sanguinari" sono gli avversari di Osiride e seguaci di Seth, che la potenza di Horo ha già atterrato e il "sorgere dalla Terra" è l'attestazione del trionfo di Osiride.
E' il momento più elevato del dramma. E' il momento della vittoria e del trionfo: é l'apice della Rinascita e della Trasformazione di Osiride.
Anche l'opera di Horo è terminata; come terminata è l'assistenza di Iside.
Questa è la volontà del Dio -Supremo!  Atum in persona è entrato in scena a questo punto del dramma. Con lui c'é l'onnipresente Thot, Signore dell'Ordine.
E' il momento culminante della trasformazione di Osiride, ma non è  più quello della "passione", bensì quello del "trionfo".
Nella "passione" erano state Iside e Nefty a sorreggerlo, nel "trionfo" è Atum il Supremo a  condurre l'azione. E' Atum ad autorizzare ogni atto  da questo momento: la consegna dell'"Occhio di Horo"  e  della "Parola divina", simboli di Vita-attiva e di Supremo-potere.
Ed é Atum a sollecitare l'arrivo del Vento del Nord che con il suo respiro annunzia l'Inondazione e l'inizio del nuovo ciclo di vita della Natura e della Resurrezione del Dio morto.
Osiride ha lasciato il luogo di tenebre e  d'ora in poi  dimorerà nel Luogo Primevo e il suo trono poggerà sul Tumulo della Creazione, nella "Niwt", la "Vittà Luminosa", dove  ridìsiederà per Giudicare.
Per farlo, Egli siederà in un Palazzo del Tumulo, che è al centro del Mondo.
Egli è  Signore della Rettitudine e  Signore dell'Ordine della Natura e  dello Spirito della Germinazione.
Osiride, dunque,  è il Signore dei defunti   i quali dopo un esame da parte di 42 Giudici Divini,  vengono condotti in sua presenza da Horo per essere giudicati.

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