Magia
e superstizione hanno condizionato la vita dell’uomo in ogni epoca.
Nell’
antica Roma Imperiale, ai tempi di Claudio e Nerone, un nome faceva tremare la
corte: Locusta ( o Locustra).
Era
una giovane di grande avvenenza e dal potere e prestigio quasi illimitati ed
era l’unica persona con libero accesso, notte e giorno, agli appartamenti
privati di Nerone, perché era la sua fattucchiera personale.
Nerone,
come tutti i suoi contemporanei, era profondamente superstizioso.
Come
dargli torto se ancor oggi così tanta gente si fa prosciugare il portafoglio da
maghi e fattucchiere?
Nerone
non muoveva un dito senza prima consultare quella stupenda creatura la quale era
anche assai esperta di veleni.
Fu
proprio dei veleni da lei preparati che Nerone si servì per sbaragliare la
concorrenza.
(oggi
si usano altri mezzi, per fortuna)
Per
primo, fece fuori l’imperatore Claudio, suo patrigno, facendogli servire una
gustosa pietanza a base di funghi… corretti da Locusta, naturalmente.
Toccò
poi al fratellastro Britannico, il quale aveva qualche diritto in più di sedere
sul trono dei “figli della lupa”.
La
morte del povero ragazzo fu spettacolare e gli storici ne danno risalto nei
loro scritti.
Britannico
era stato invitato ad un banchetto e stava tracannando vino da una coppa da cui
aveva già bevuto un assaggiatore. Il ragazzo chiese dell’acqua per annacquarlo,
ignorando che il veleno preparato da Locusta si trovasse proprio là dentro.
Morì,
tra spasmi atroci, sotto gli occhi di Nerone e della corte atterrita.
A
quella morte, naturalmente, ne seguirono altre, sempre sperimentando nuove
pozioni e nuovi veleni che resero Locusta una delle donne più ricche di Roma.
Giunse,
però, anche per lei il tempo della resa dei conti, della condanna e della pena.
Morto
Nerone, l’imperatore Galba la fece pubblicamente giustiziare e la gente poté
trarre un sospiro di sollievo.
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