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Nei tempi in cui si adoravano gli Spiriti di cui si credeva fossero animati gli elementi della Natura si divinizzò il fulmine che atterra, la fiamma che divora, il vento che scuote, terrificanti fenomeni che contribuirono alla costruzione delle fondamenta del mito greco. Più tardi l’uomo riuscì a non farsi più solo atterrire dalla potenza del Creato ma anche ispirare: emozione, stupore, poesia e i Poeti crearono I MITI, favole che cantavano la sua bellezza, pericolosità e generosità.

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martedì 6 novembre 2012

ANTICO EGITTO: Magia e Religione


Magia e Religione nell’Antico Egitto

 

Conosciamo tutti la grande religiosità che caratterizzava l’esistenza dell’antico popolo egizio. Sappiamo che Religione e Magia guidavano

ogni atto o pensiero del quotidiano. Ciò che forse non si conosce a fondo è il carattere di tale religiosità: utilitaristico e non (come nelle moderne Religioni) esclusivamente trascendentale. In parole più esplicite, per gli Antichi Egizi, la Religione rappresentava uno strumento con cui rendere più facile, o almeno più semplice, l’esistenza umana.

Un esempio chiarificatore: il fedele, oggi, prega il suo Dio nella speranza che gli venga concessa la grazia richiesta, l’antico egizio, invece, disponeva di “strumenti” con cui costringeva la Divinità a concedere quanto richiesto.  

Rew ed he-kau ossia Incantesimi e Formule Magiche: questi, gli strumenti. Erano, però, “strumenti” da usare con le dovute precauzioni, se si voleva raggiungere lo scopo ed attirare l’attenzione divina, altrimenti, irritare o solamente distrarre la Divinità dalle sue occupazioni, poteva essere pericoloso o addirittura letale.

Comunicare con la Divinità non era facile. Bisognava farlo con la giusta intonazione di voce: quel tono di voce capace di indurre la Divinità a lasciare ogni altra occupazione e ad intervenire… ( la voce del muezzin dall’alto di un minareto o il Salmo recitato da un rabbino oppure la preghiera intonata da un prete cristiano durante la celebrazione della Messa, non sono, forse, retaggio di un così antico rituale per invocare Dio?)

Chery-vebb, ossia “Puro di voce”, così si chiamava il sacerdote che conosceva la giusta intonazione di voce, necessaria per recitare le he-kau, Formule Magiche; sem, era invece il nome del sacerdote-esorcista, dotato di urre-ka, strumenti magici; il primo riconoscibile per la lunga stola di lino appoggiata sulla spalla destra e l’altro per la pelle di leopardo in spalla.

 

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