Recita una delle più belle canzoni
napoletane:
“… sò doce o sò amare…
sò semp parole d’ammor…”
Amore
e Morte è il tema di questo piccolo corollario di Storie e Leggende.
La
Leggenda di MERLA e TIBALDO
Da
sempre chiamiamo “Giorni della merla” gli ultimi, rigidissi tre giorni del mese
di gennaio.
Molte
leggende sono sorte intorno a questo fenomeno atmosferico e in questa sede ne
presento una: forse, la più romantica e triste insieme.
Viveva,
nel ‘500, nella Rocca di Stradella, in provincia di Pavia, una nobile famiglia
di gastaldi di nome Merli.
Tibaldo,
un giovane della famiglia, fu inviato a Pavia a studiare. Terminati gli studi,
il giovane ritornò nel contado.
Qui
incontrò una giovanissima ragazza di nome Merla e se ne innamorò; Merla era
talmente bella, che in tutto il contado
si diceva: “Bella come la Merla”.
La
ragazza ricambiò immediatamente il sentimento di Tibaldo, ma un grosso ostacolo
separava i due innamorati: il grado di parentela.
Merla
e Tibaldo, infatti, erano cugini stretti.
Per
un po’ i due innamorati riuscirono a tenere segreta la loro relazione, infine,
dovettero rendere pubblico quel loro amore senza speranza.
Sembrava,
ai due giovani innamorati, che non ci fosse per loro altra soluzione che un
romantico suicidio.
Quel
sentimento, però, così forte, profondo e sincero, finì per attirare su di loro
simpatia, benevolenza e comprensione.
Lo
stesso vescovo di Pavia, parente dei due giovani, si mosse a commozione e riuscì ad ottenere una
dispensa papale che consentisse loro di sposarsi.
Le
nozze furono celebrate in pompa magna e i festeggiamenti si protrassero per tre
giorni: gli ultimi, tre gelidi giorni del mese di gennaio e tutto il paese vi
partecipò.
Il
festoso evento, però, finì in tragedia.
Per
raggiungere Pavia, i due sposi attraversarono il Po gelato a bordo della loro
carrozza.
Durante
il viaggio, la superficie gelata del fiume si ruppe e i due giovani sposi
finirono tragicamente annegati.
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