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Nei tempi in cui si adoravano gli Spiriti di cui si credeva fossero animati gli elementi della Natura si divinizzò il fulmine che atterra, la fiamma che divora, il vento che scuote, terrificanti fenomeni che contribuirono alla costruzione delle fondamenta del mito greco. Più tardi l’uomo riuscì a non farsi più solo atterrire dalla potenza del Creato ma anche ispirare: emozione, stupore, poesia e i Poeti crearono I MITI, favole che cantavano la sua bellezza, pericolosità e generosità.

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giovedì 17 gennaio 2013

Storie d'Amore e di Morte: Procri e Cefalo - il dramma della gelosia


PROCRI  E  CEFALO




Procri, figlia del Re di Atene e Cefalo, Re di Cefalonia, valenti cacciatori, erano profondamente innamorati, ma tormentati dai rispettivi sentimenti di gelosia.
Si erano scambiati promessa di eterno amore ed eterna fedeltà, ma ad insidiare la promessa, arrivò Eos, la rosea Aurora.
Il giovane respinse le profferte amorose della Dea, ma questa insinuò in lui il dubbio sulla fedeltà della bella sposa.
“Al contrario di te, - gli disse - la tua bella Procri non sarebbe capace di resistere alla tentazione in cambio di un ricco dono.”
Caduto nelle maglie di una irrefrenabile gelosia, il giovane decise di mettere alla prova la bella Procri. Si trasformò in un’altra persona e con la promessa del dono di una preziosa corona d’oro, riuscì a sedurla.
Amareggiato e deluso, rivelò alla bella e fedifraga sposa la sua vera identità poi l’abbandonò, accettando le offerte d’amore della Dea.
Pentita, ma anche umiliata, Procri lasciò Cefalonia per raggiungere Creta dove re Minosse, invaghitosi di lei, le fece dono di una freccia infallibile e di un cane che non mancava mai la presa.
Minacciata da Pasifae, però, moglie di Minosse, Procri si dovette cercare un nuovo rifugio; travestita da ragazzo, tornò ad Atene dove assunse una nuova identità e diventò per tutti Pterelao il Cacciatore.
Ma il Destino volle farli nuovamente incontrare: i due innamorati si ritrovarono durante una battuta di caccia; Cefalo non la riconobbe, ma quando Procri gli si rivelò, i due finirono per riconciliarsi e tornare insieme.
Procri, però, continuava ad essere tormentata dalla gelosia ed era convinta che quando Cefalo andava a caccia, ogni mattino prima dell’alba, era per incontrarsi con Eos.
Una notte volle seguirlo e Cefalo sentendo un fruscio tra i cespugli, scagliò l’infallibile freccia che non mancò di cogliere il bersaglio.
Tormentato dal rimorso e dal dolore, il giovane, inconsolabilmente innamorato, si gettò dall’alto di una rupe invocando il suo nome.


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