IL FARAONE
Abbiamo, oggi,
l’abitudine di indicare con il termine FARAONE, Sovrani come Keope o
Sesostri, vissuti in epoca della storia egizia piuttosto lontana.
In realtà, quello
di FARAONE è un titolo attribuito ai sovrani del Nuovo Regno
e, secondo alcuni studiosi, precisamente a Thutmosis III, sovrano della XVIII
Dinastia, 1.200 anni circa a.C.
Erano cinque i
titoli attribuiti ad un sovrano al momento della sua incoronazione:
n
Horo: il Falco Divino di cui il sovrano era la
manifestazione in terra.
n Le Due Signore: (Uadjet – Cobra e Nekhbeth-
Avvoltoio) Dee del Basso e Alto Egitto
n Horo d’Oro (evocazione della vittoria di Horo
su Seth)
n Colui che appartiene al giunco e all’ape
(simboli del Sud e del Nord dell’Egitto)
n Figlio di Ra
Qual è il significato della parola
Faraone?
E’ la traduzione, effettuata da un gruppo di studiosi
ebrei ad Alessandria d’Egitto, dell’antico termine egizio Per-aat in Far-aw
Per-aat, letteralmente significa: Palazzo Divino.
Per meglio comprendere il concetto esaminiamo i
seguenti termini egizi:
-
Hut: significa dimora in senso lato
-
Per: significa, invece, dimora in senso
fisico (casa, palazzo, edificio..)
-
Mer : infine, è la dimora, sempre in senso
fisico, del defunto (piramide, mastaba..)
-
Il
corpo del Sovrano era la “Casa” in cui dimorava lo spirito di Dio: la sua
Incarnazione.
Incarnazione,
dunque e non Dio o Figlio di Dio!
Egli
era il tramite fra Dio e l’Uomo ed era
la manifestazione della “ma’at” ossia l’ Ordine Cosmico Naturale.
Era
colui che esercitava il potere sugli elementi della natura ed in particolare
sulle Acque, sulle Piene e sull’avvicendarsi delle Stagioni.
Le
origini del concetto di Regalità Divina risalgono a tempi preistorici.
A
quell’epoca, però, che segnava la fine del Matriarcato e l’inizio del
Patriarcato, quella di un Re era una vera lotta contro il tempo.
Quando
il potere cominciava a mancargli, a causa di malattie o decadimento fisico, il
Sovrano veniva ucciso e il suo sangue o le ceneri, venivano sparse sui terreni
per favorirne la fertilità.
In
verità, tale consuetudine era presente in tutte le società preistoriche e non
solo in quella egizia.
Solamente
in epoca storica, la cruenta usanza del sacrificio del Re fu sostituita da un
rituale magico.
Tale
rituale, chiamato Festa “Sed” o Giubileo Reale, consisteva in una cerimonia
attraverso cui il Re doveva recuperare le forze vitali.
Erano
celebrate dopo i 30 anni di regno, ma assai spesso anche ad intervalli più
ravvicinati.
La
Cerimonia durava quattro o cinque giorni, durante i quali venivano innalzate
cappelle a Uadet e Nekhbet, Divinità Protettrici del Paese (la dea Cobra e la dea Avvoltoio) e il Faraone cingeva le due Corone:
del Nord e del Sud dell’Egitto.
Il
rituale comprendeva sacrifici offerti in onore delle due Divinità, accompagnati
da processioni e preghiere, ma un prova di vigore da parte del Sovrano, il
quale doveva procedere per quattro volte ad una corsa simbolica: i quattro
punti cardinali entro cui era racchiuso il territorio del Regno.
Feste
del Giubileo, in realtà, si celebrano ancora oggi: vedi la regina Elisabetta
d’Inghilterra, vedi i Papi, ecc..)
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