LE OCEANIDI
Erano
figlie di Oceano ed erano in numero di cinquanta.
Dotate
di grande bellezza e fascino particolare,
simboleggiavano le Acque-della-Vita e per questa loro natura erano
estremamente generose ed altruiste. Tra i loro compiti c’era quello di soccorrere i naviganti, per cui non era raro
vederle comparire, come meravigliosi miraggi, fra le onde che sciabordavano
contro le fiancate delle navi.
Le loro storie erano sempre un intreccio con altre storie: Tetide, Anfitrite, Eurinome...
ANFITRITE
La
ninfa più bella che si fosse mai vista tra i flutti del mare, Anfitrite era
corteggiata da tutti, Divinità e mortali. Su di lei pose gli occhi lo stesso
Poseidone, il Dio del Mare.
Come
con gli altri spasimanti, anche al Signore dei Mari e degli Oceani, la bella
ninfa, il cui nome letteralmente significa “terzo elemento” (il Mare;
gli altri due elementi sono la Terra e il Cielo), graziosamente,
ma fermamente, rifiutò sempre le profferte amorose.
Poseidone,
però, non era abituato ai rifiuti e non si dava per vinto e Anfitrite per
sfuggire ai suoi continui assalti, decise di lasciare la sua residenza marina e
di rifugiarsi sul Monte Atlante.
Qui,
però, continuavano incessantemente a giungere messaggeri inviati da Poseidone
per cercare di convincerla a tornare in mare.
A
convincerla, dopo numerosi tentativi falliti, ci riuscì Delfino, il quale con
un’eloquenza pari solo alla perseveranza dello stesso Poseidone, vinse ogni
resistenza della bellissima ninfa.
Anfitrite
tornò da Poseidone.
I
due convolarono a nozze e la bella ninfa andò a vivere in un Palazzo d’Oro nelle profondità delle acque come Regina
degli Abissi.
Poseidone,
però, benché molto innamorato della bella sposina, era un marito del tutto
infedele: Dee, Ninfe, donne mortali… non se ne faceva scappare una.
Anfitrite
alla fine perse la pazienza. Soprattutto con la bella Scilla, a cui il
fedifrago marito riservava molte più attenzioni che alle altre donne.
Decise
di vendicarsi e lo fece con una certa, pur comprensibile perfidia: versò delle
erbe sconosciute nell’acqua dove la ninfa Scilla andava a bagnarsi e la
trasformò in un mostro… quello che prese a tormentare i naviganti che passavano
da quelle parti.
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